Grandissima
partecipazione all’Evento Ecm organizzato da Efei presso l’aula magna dell’Esaarco
University in via Po 56 a Lamezia Terme.
Dopo i
saluti del dr Emilio Mastroianni, presidente di Esaarco University, ha preso la
parola il Prof. Giovanni Barco che ha illustrato i risultati delle sue ricerche
e le applicazioni dell’Ossigeno Poliatomico Liquido nelle pratiche
terapeutiche.
L’innovativa
terapia ossidativa, della quale il Prof Barco è uno dei primi studiosi al
mondo, si sulla somministrazione, per
via endovenosa, di ROS (Reactive Oxygen Species), forme reattive dell’ ossigeno
in soluzione acquosa, tra cui predomina “l’anione paramagnetico superossido”
che è in grado di raggiungere, attraverso un “sciame ionico” ogni tipo di
tessuto corporeo, anche quelli poco irrorati dal sangue, sollecitando in tal
modo la respirazione di tutte le cellule, soprattutto quando i loro metabolismi
energetici ossidativi sono inefficienti o rallentati, come avviene in
particolari stati d’invecchiamento o nelle patologie neoplastiche. Si
tratta di una vera e propria attivazione delle centrali energetiche della
cellula, chiamati mitocondri, nei quali grazie all’energia chimica
dell’ossigeno si producono grandi quantità di energia (ATP), necessarie per
mantenere in vita le nostre cellule e svolgere un ruolo essenziale per il
lavoro biochimico di tutti i tessuti.L’ossigeno è l’elemento più importante per
la vita dopo il carbonio e il suo metabolismo rappresenta lo stadio energetico
più evolutivo della cellula, da cui dipende il nostro stato di benessere e di
malattia. Una cellula in presenza di ossigeno e di un metabolismo mitocondriale
efficiente, produce, per ogni molecola di glucosio bruciata, un’energia 16
volte superiore rispetto ad una cellule con insufficiente metabolismo
ossidativo. L’invecchiamento e gli stati neoplastici sono caratterizzati da
stati metabolici anaerobici e da bassa produzione energetica. La
somministrazione endovenosa di Ossigeno Poliatomico Liquido, oltre a non
presentare nessun effetto collaterale, è un valido presidio terapeutico di
associazione ad innumerevoli altre terapie soprattutto in caso di patologie
trattate ancora con poco successo. “Le cellule tumorali – spiega Barco –
sono un tipico esempio di tessuti che hanno bisogno di poco ossigeno.
Ossigenando i tessuti colpiti dalla malattia otteniamo due risultati:
potenziamo l’azione dei protocolli terapeutici oggi in atto e stimoliamo la
reattività del corpo del paziente. L’OPL è utile anche in altre patologie come
le retiniti, anche questo tessuto poco ossigenato, oppure semplicemente in
funzione anti-age per l’organismo nel suo complesso.”
L’evento,
che proseguirà anche nella giornata di domani, prevede anche la presentazione
delle speciali attrezzature che sono state messe a punto per poter trattare i
pazienti nella massima sicurezza e con gli ottimi che la sperimentazione sta dando.